Cartolina firmata dalla moglie Maria Arpesani e dai figli Fiorenzo, Pinin, Giovanna, Cioni, Paolo e Piero indirizzata ad Aldo Carpi. 1944

Con i documenti conservati allo CSAC dell’Università di Parma è possibile ripercorrere l’esperienza biografica e professionale del pittore Aldo Carpi de’ Resimini (1886-1973). Numerose sono le opere, soprattutto su carta, senza però escludere dipinti e cartoni preparatori per vetrate e mosaici insieme a una cospicua documentazione scritta relativa alla direzione dell’Accademia di Brera come alla vita artistica e privata del pittore.

Aldo Carpi ha sempre praticato la pittura dal vero, sia di paesaggio sia di figura, basti ricordare le sue marine dipinte durante le estati in Versilia così come il coinvolgimento della numerosa famiglia in molti quadri e disegni. 
Nel lungo e drammatico inverno 1943, costretto allo sfollamento e alla clandestinità nella casa di campagna a Mondonico, Carpi continuerà a disegnare con la scarsa materia a disposizione, dimostrando l’assiduo esercizio quotidiano anche in questa fase matura della sua pittura. Una serie di disegni realizzati tra il 4 e l’8 novembre 1943 mostrano come Carpi, dopo aver copiato due angoli dello studio su fogli di fortuna, continui il suo esercizio attingendo a un libro su Jan Vermeer che gli permette l’immersione in ben più ricchi interni dove andare a scandagliare i segreti delle composizioni con figura del maestro olandese.

Ma alla fine del gennaio 1944 il pittore verrà arrestato nella casa di Mondonico e deportato in Germania. Le lettere idealmente inviate durante la prigionia alla moglie e ai figli lontani, poi confluite nel Diario di Gusen pubblicato nel 1971, non descrivono le atrocità del lager quanto piuttosto la necessità di tenere in vita i ricordi della vita famigliare e continuare a interrogarsi sul ruolo dell’artista e il significato dell’arte.

Dovrei, Maria, scriverti delle cose semplici, narrarti con chiarezza e immediato sentimento le cose di qui, parlarti delle persone e fartene conoscere i nomi e le nazionalità. Avrei voluto farlo, tenendo quasi un giornale di bordo, ma mi sono reso conto che non è possibile, che narrare i fatti può essere interpretato assai malamente […] qui un modo di scrivere semplice mi porterebbe a toccare la realtà che ho attorno: e questo non è possibile. Perciò sia come si può.
Aldo Carpi, Diario di Gusen. Lettere a Maria, Aldo Garzanti Editore, 1971, pp. 80-89.

Giulia Daolio