Fondo archivistico Scarpa, Afra e Tobia (1956-1982)

Afra e Tobia Scarpa, Sedia Cattedrale, 1968, studio di prototipo per B&B, resina nera, cm 55x47x80, (B047911S)

Ritorniamo oggi con la memoria al 1979, quando la Sezione Progetto del Centro Studi e Archivio della Comunicazione si andava costituendo, partendo dalla acquisizione degli archivi del nucleo storico dei progettisti milanesi quali Enzo Mari, Bruno Munari, Roberto Sambonet, Mario Bellini, Ettore Sottsass jr., Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Alberto Rosselli, a cui si aggiunge, poco dopo nel 1981, l’archivio degli architetti veneti Afra Bianchin e Tobia Scarpa. Tobia è figlio di Carlo Scarpa e con Afra si laurea in architettura allo IUAV di Venezia nel 1957, sotto la guida di Franco Albini, da cui imparano a progettare. Entrambi si occupano sia di architettura, sia di design, prestando grande attenzione alla semplificazione della forma, alla qualità dei materiali e alla innovazione tecnologica. Sono queste caratteristiche progettuali certamente di scuola modernista, che ben si addicono alla impostazione delle più importanti aziende del design del nord Italia fra gli anni sessanta e ottanta quali Cassina, Maxalto, Galvani, B&B, Flos, Gavina, Molteni. Con tali aziende infatti gli Scarpa collaborano per decenni, realizzando alcuni degli oggetti simbolo del made in Italy tra cui il Divano Bastiano (1962 Knoll), il Letto Vanessa (1959 Cassina), la Poltrona Soriana (B&B), le Poltrone Coronado (B&B). Nel 1964 Afra e Tobia Scarpa iniziano la collaborazione con l’azienda di abbigliamento Benetton progettando il primo stabilimento tessile della compagnia a Paderno di Ponzano (Treviso). In seguito disegnano gli arredamenti per i negozi MyMarket e vari negozi monomarca Benetton in tutto il mondo da Friburgo, a Parigi e a New York.  Riguardando oggi la scheda catalografica dei singoli progetti all’interno del catalogo online dello CSAC, in cui è stato ora pubblicata la catalogazione del fondo di Afra e Tobia Scarpa (composto da 1838 tra schizzi, disegni prototipi e oggetti in 121 progetti datati dal 1956 al 1982), si evidenziano i tempi e i modi della collaborazione tra i progettisti e le aziende. Il rapporto con la Molteni, azienda del mobile (e con i suoi sottosettori Unifor per l’ufficio e Dada per la cucina), è in questo senso esemplare, perché continuativo nel tempo, varia nelle tipologie dei prodotti legati alla capacità produttiva dell’azienda e costantemente in dialogo tra “progetto” del designer e “capacità artigianale” dell’industriale/produttore. A proposito del progetto della Sedia Monk del 1973, originariamente intitolato come Sedia in preimpregnato con due stampi (2 copie eliografiche e due disegni esecutivi su lucido), Tobia Scarpa scrive: “L’avevo pensata come un  unico pezzo perché fosse più economica. Ma Angelo Molteni ha corretto il progetto e pensato a una struttura in ferro, tesa da due telai uguali che formano la sedia”.

Simona Riva


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