Fondo archivistico Henri, Florence (1927-1940)

Florence Henri, Rome (Photomontage) 1934, stampa alla gelatina bromuro in bianco e nero su carta baritata 1977, firmata sul verso, 270x233 mm. copyright Marini e Ronchetti Genova

Il fondo di fotografie di Florence Henri conservato fra archivi della Sezione fotografia del CSAC, che include 175 stampe e documentazione e donato dalla galleria Martini e Ronchetti di Genova, è uno dei nuclei principali di opere delle avanguardie fotografiche europee conservate in Italia.

Florence Henri, americana di nascita ma europea di cultura, è stata una delle figure più interessanti delle avanguardie del Novecento. Fotografa, certo, ma in una concezione della ricerca artistica che attraversò e ridisegnò i confini tra scritture, territori, usi delle immagini, e non solo.

Nata a New York nel 1893, la troviamo a quattordici anni a Roma, dove studia pianoforte e frequenta i futuristi.  A diciannove anni è concertista, segue Ferruccio Busoni a Berlino, frequenta musicisti come Edgar Varèse e gli artisti del Der Blaue Reiter che alla galleria Der Sturm di Berlino inaugurano la loro prima esposizione (1911). Interrompe l’attività musicale e si muove tra Berlino e Parigi, dove studia pittura con Fernand Léger; nell’estate del 1927 è a Dessau, al Bauhaus con László Moholy-Nagy, decide di essere fotografa. Di ritorno a Parigi la sua fotografia si colloca con un inconfondibile tratto personale tra Metafisica, Bauhaus, Costruttivismo, Purismo. Viene invitata alle maggiori esposizioni europee di fotografia sperimentale: Fotografie der Gegenwart, Film Und Foto, Das Lichtbild. Nel 1940 riduce fino quasi a interrompere la produzione fotografica: riprende a dipingere, realizza collage e opere tessili, continua a lavorare intensamente, ma fuori dal cono di attenzione di critici e storici, viene addirittura data per scomparsa.

A metà degli anni Settanta due giovani galleristi, Giovanni Battista Martini e Alberto Ronchetti – fondatori della prima galleria in Italia dedicata specificamente alla fotografia delle avanguardie – la incontrano fortunosamente, si prendono cura di lei e della sua opera: inizia un lavoro di ricostruzione, mai interrotto e che si protrae anche dopo la scomparsa dell’artista (1983).

Proprio per favorire la conoscenza di Florence Henri, nel 1977 Martini e Ronchetti effettuano la donazione al CSAC.  Avevano individuato nell’istituzione il soggetto più adeguato, nel nostro Paese, a conservare e valorizzare quella ricerca artistica complessa, tesa tra i vari linguaggi dell’arte: nel 1978 il fondo è esposto nella Sala delle Scuderie in Pilotta, l’altra metà della sala è dedicata alle fotografie di Mario Schifano.  Il CSAC tornerà ad esporle in rassegne sulle avanguardie – a fianco di autori come Veronesi, Grignani – e in un’antologica del 1998 aggiornata ai contributi più recenti dell’analisi critica.

Paolo Barbaro


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