Ceroli

dal 22 febbraio al 31 marzo 1969

Al Salone delle Scuderie, nel febbraio del 1969, è inaugurata una vasta antologica di Mario Ceroli. La rassegna consacra ufficialmente l’arte di uno dei nostri più validi giovani scultori (31 anni) e ripropose, seppur indirettamente, alcuni problemi della scultura contemporanea, ovvero quello di un nuovo spazio per l’uomo.
Il fascino delle opere di Ceroli sta nella freschezza dell’invenzione e del materiale con cui sono fatte, che mette subito a proprio agio il pubblico, invitandolo a partecipare attivamente.
Senza rinunciare alla forma, Ceroli ha ridotto l’oggetto alla mera proiezione che crea un effetto pittorico di mobilità.
Ceroli ha dato origine a nuove dimensioni dell’immagine seriale, però tenendosi fermo a una sorta di articolazione ironica nella convinzione di giocare coi paradossi (in legno grezzo, in tavole, al posto del gesso, del marmo, del bronzo).
La figura (uomo o farfalla, fiore o cavallo che sia) viene ingabbiata ma non chiusa: è aperta ad accogliere il tempo e le sue perturbazioni.

In mostra lavori di

Mario Ceroli

Immagini della mostra:
Comunicati stampa

articolo tratto da L’Avvenire d’Italia, venerdì 18 ottobre 1968

“l’Istituto di Storia dell’arte dell’Università di Parma, in collaborazione con la Soprintendenza alle Gallerie, organizza una grande mostra antologica dello scultore Mario Ceroli, uno degli artisti più significativi della giovane generazione in Europa. L’esposizione, che si snoderà nei 90 metri del salone delle Scuderie in Pilotta, comprenderà le più rappresentative opere dell’artista che giungeranno dall’Italia e dall’estero. Fra queste ricorderemo le più note, come la “Cassa Sistina”, già premio per la scultura alla Biennale di Venezia, “La Cina”, esposta fra l’altro a Venezia e San Marino, “la Gabbia”, presentata per la prima volta a Foligno; ed ancora i grandi guerrieri simbolici del finale del “Riccardo III”, la scena appunto apprestata per lo spettacolo di Gassman, parte dei quali si conserva al Museo d’Arte Moderna di Torino; la serie delle “Farfalle” che giungono da New York, ed inoltre molte altre opere come “Il Telefono”, “La Stella”, “Le Piramidi” ,”La Scala”, il “Mappacubo”, “L’Adamo ed Eva” , “Il Mister”.
Verranno esposte inoltre alcune opere recentissime, non più in legno, che rappresentano uno dei punti di interesse della esposizione.
La Mostra, che resterà aperta oltre un mese, raccoglierà anche numerosissime opere di minor formato, disegni e progetti plastico-architettonici, e sarà dotata di un catalogo completo della produzione dell’artista con clichets interamente tratti da fotografie di Ugo Mulas le quali, anch’esse possono definirsi un momento di analisi critica del processo creativo di Ceroli.”

Extra

In questa mostra vennero esposte quasi tutte le opere più significative di Ceroli (mancava solo il Piper, esposto al museo di Pittsburgh).

La mostra godette di un enorme successo popolare, con oltre settemila visitatori di ogni età.