Giornata della Memoria 2018: Aldo Carpi, Diario di Gusen

All’interno delle infinite tracce che l’archivio CSAC raccoglie è possibile ripercorrere la dolorosa esperienza che Aldo Carpi, uno dei protagonisti dell’arte italiana ha vissuto nel lager di Gusen, composto da tre dei quarantanove sottocampi del campo di Mathausen.

In occasione della Giornata della Memoria, Sabato 27 Gennaio alle ore 15.00, lo CSAC Università di Parma presenta una lettura di passaggi di alcune lettere ancora inedite di Aldo Carpi, il cui archivio è giunto allo CSAC nel 1992, facendo rivivere alcuni dei momenti della sua prigionia e le ricadute che una tale esperienza ha avuto nel suo percorso artistico.
Ingresso con il biglietto dell’Archivio-Museo CSAC; intero 10 euro, per riduzioni e convenzioni www.csacparma.it/visita.

Aldo Carpi de’ Resmini (Milano, 6 ottobre 1886 – Milano, 27 marzo 1973), capostipite di una famiglia di artisti, dal 1930 è titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Brera, dove si era diplomato nel 1910 come allievo di Cesare Tallone e Achille Cattaneo e compagno di corso di artisti quali Achille Funi e Carlo Carrà. Carpi, nel corso degli anni Trenta ottiene importanti commissioni pubbliche, tra cui la decorazione per le vetrate del Duomo di Milano, iniziate nel 1934 e finite solo alla fine della guerra, mentre nel 1937 vince la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi.

Il 23 gennaio 1944, sfollato con la famiglia a Mondonico, è arrestato per attività antifascista. Mentre Paolo, uno dei quattro figli (Fiorenzo, Cioni e Pinin) tutti attivi nella resistenza, sarà catturato nel luglio dello stesso anno e morirà appena diciottene nel lager di Gross-Rosen, Aldo è rinchiuso nel carcere di San Vittore, dopo un mese è trasferito a Mauthausen, e quindi il 7 maggio 1944 nel sottocampo di Gusen. Tornato a Milano, dopo la Liberazione, viene eletto direttore dell’Accademia di Brera e nel 1956 riceve la medaglia d’oro per meriti culturali dal comune di Milano. Nel 1971 viene pubblicato da Aldo Garzanti Editore, a cura del figlio Pinin Carpi, il suo Diario di Gusen, illustrato da settantacinque disegni, che comprendono alcuni ritratti dei compagni deportati eseguiti durante il periodo di prigionia, i disegni eseguiti nei giorni immediatamente precedenti all’arrivo dell’esercito americano, alcuni schizzi per i quadri richiesti dalle SS durante il periodo di detenzione, paesaggi e gruppi di persone disegnati durante la permanenza obbligata a Regensburg dopo la Liberazione, infine disegni di scene di vita nel lager dipinti dopo il rientro a Milano.
Il diario, che inizia il giorno di Natale del 1944 con una serie di lettere, destinate a non ricevere risposta, indirizzate alla moglie, è l’esito delle annotazioni fatte durante la prigionia, la cui lunga e difficile trascrizione è stata compiuta dalla figlia Giovanna, ed è una drammatica testimonianza della brutale vita all’interno dei lager nazisti.