Pino Tovaglia, Campagna Lanerossi, 1957-1958

Tra gli archivi dello CSAC quello del grafico Pino Tovaglia, donato nel giugno 1990, è di certo tra i più interessanti per l’integrità della documentazione conservata. Oltre alla maggior parte dei progetti grafici, la raccolta è infatti arricchita da alcune opere pittoriche, disegni, appunti relativi alla didattica, il tutto documentato da lettere e schizzi chiarificatori del processo creativo.

Tra i numerosi stampati relativi l’importante campagna Lanerossi degli anni 1957-58 che assicurerà a Tovaglia la Palma d’oro, uno schizzo a matita rivela l’intento comunicativo: dimostrare la qualità del prodotto in modo divertente e immediato, capace al contempo di esprimere l’aspetto costitutivo della lana vergine. Per questo era essenziale evidenziare la sua origine naturale e tutte le successive trasformazioni industriali: dal ricciolo della pecora, passando dal batuffolo alla matassa fino al tessuto. Quest’idea di partenza che regge l’intera campagna è stata resa efficace e varia attraverso divertenti interpretazioni affidate per lo più a disegnatori umoristi, da Riccardo Manzi allo svizzero Haëm, non perdendo l’occasione di coinvolgere il popolarissimo Signor Bonaventura di Sto.

È l’opera dello stesso Tovaglia a riassume tale complessità in una freschezza comunicativa che trovò immediato riscontro nel pubblico. Tutti gli elementi che compongono la figura risentono dell’essenza soffice e calda della lana, con semplicità di mezzi capaci però di rendere conto dei vari stati di questa stessa materia: dal filato reso con una sperimentale xerografia, ai voluminosi capelli, soffici come una matassa appena filata, infiocchettati a festa da un indiscreto intervento di carta strappata nella quale spicca il marchio elegantemente intrecciato da un unico un filo, lo stesso che regge la portata semantica di quest’immagine come dell’intera campagna.

Marta Sironi

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