La storia dell’Abbazia

L’Abbazia di San Martino dei Bocci o Valserena, nota come “la Certosa di Parma” in riferimento al romanzo di Stendhal, è un monastero cistercense la cui fondazione fu autorizzata da papa Bonifacio VIII nel 1298 e affidata a monaci provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle della Colomba (Piacenza).

L’imponente complesso monastico sorge sulla via che già in epoca romana collegava Parma al Po e nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi.
Impostato secondo la pianta e l’organizzazione funzionale dei monasteri cistercensi, fu ampliato nel XVII e XVIII secolo e all’epoca della soppressione napoleonica poteva contare la presenza di ben 500 monaci.

Da quel momento la chiesa è sconsacrata e destinata a vari usi: sede di guarnigione militare, fabbrica di conserve, ricovero di attrezzi agricoli, fino al restauro iniziato nel corso degli anni Ottanta, che ha portato al completo recupero degli spazi monastici e della chiesa.

La chiesa ha dimensioni importanti (m 62×34) e conserva l’impianto originario a croce latina, con tre navate terminati in abside quadrata, pilastri polistili e copertura a volte a crociera. Sul presbiterio si erge un alto tiburio ottagonale, tipico della cultura romanico-borgognona.

All’interno conserva buona parte della decorazione cinquecentesca attribuita a Cesare Baglione, pittore cremonese attivo alla corte dei Farnese, e ad Aurelio Gatti.